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IMPIANTI

 

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Impianti elettrici nelle strutture agricole e zootecniche
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1. Generalità

Le norme 64-8 evidenziano l'importanza di considerare le condizioni ambientali nella progettazione e nella scelta dei componenti dell'impianto elettrico. Gli impianti e i componenti devono essere in grado di resistere alle sollecitazioni elettriche, meccaniche, climatiche ed ambientali nel punto di installazione. In considerazione di questo le norme 64-8/7 al capitolo 705 classificano le strutture agricole e zootecniche come ambienti particolari che richiedono provvedimenti supplementari per la sicurezza. Si tratta infatti di ambienti con presenza di animali, quasi sempre umidi e bagnati, polverosi, soggetti a spruzzi di liquidi, con sollecitazioni meccaniche pesanti e spesso con rischio d'incendio accresciuto dalla presenza di notevoli quantità di sostanze combustibili. La presenza di polvere, tipica di particolari processi lavorativi, potrebbe inoltre determinarne la classificazione come luoghi con pericolo di esplosione. La Norma 64-8/7 si applica ai locali di ricovero degli animali ma anche a tutti i luoghi esterni o interni destinati alle lavorazioni o al deposito di prodotti agricoli (ad esempio serre per la produzione di fiori o ortaggi) con esclusione, anche se facenti parte dell'azienda, dei locali ad uso civile che non contengono prodotti agricoli o animali (abitazioni, uffici, ecc..).  Gli impianti più comuni delle attività agricole e zootecniche alimentano servizi per la movimentazione dei prodotti (nastri trasportatori, montacarichi, ecc.),  il sollevamento di acqua dai pozzi (pompe),  il funzionamento di macchine per la lavorazione dei prodotti (sgranatura, vinificazione, macinatura, ecc..), il funzionamento degli impianti di distribuzione di mangimi e foraggi e di mungitura nelle stalle. Le aziende moderne sono ormai quasi tutte altamente automatizzate  per mezzo di sofisticati controlli elettronici e richiedono impianti sempre più complessi e nello stesso tempo affidabili e sicuri.

 

2. Prescrizioni per la sicurezza

 

Protezione dai contatti diretti

Oltre ai normali sistemi di protezione quali isolamento, involucri e barriere ecc.., l'interruttore differenziale costituisce un mezzo  idoneo alla protezione addizionale contro i contatti diretti ed è per questo particolarmente raccomandato per la protezione degli utilizzatori e dei circuiti terminali.  Si consiglia l'impiego di interruttori differenziali con la I dn più bassa possibile applicando però le protezioni in modo da non pregiudicare il corretto funzionamento  dell'impianto con interventi intempestivi. La I dn non dovrebbe comunque essere superiore a 30 mA, prescrizione obbligatoria per le prese a spina di qualsiasi tipo (fig. 1).

Fig.1 - Le prese a spina devono essere protette mediante interruttore differenziale con I dn non superiore a 0,03 A    

Anche quando si utilizzano circuiti a bassissima tensione di sicurezza (SELV), è necessaria una protezione delle parti attive con isolamento inamovibile atto a sopportare almeno la tensione di prova di 500V oppure mediante involucri e barriere aventi grado di protezione non inferiore a IPXXB. 

Protezione dai contatti indiretti

Gli impianti elettrici delle attività agricole e zootecniche hanno raggiunto livelli di complessità tali da comportare talvolta un impegno di potenza ragguardevole. La consistenza degli impianti e a volte la  presenza di animali impongono, nei confronti della sicurezza, alcuni provvedimenti aggiuntivi rispetto a quelli previsti per gli ambienti ordinari. Quando il sistema di alimentazione è TT, per l'applicazione della misura di protezione contro i contatti indiretti a mezzo di interruzione automatica del circuito, diversamente dagli impianti installati in ambienti normali,  dove la tensione di contatto limite convenzionale U L è  stabilita in 50 V, le particolari condizioni ambientali esistenti nei luoghi di ricovero degli animali impongono una U L ridotta a 25 V (fig. 2). Deve per tanto essere verificata la nota relazione:


Fig. 2 - Nei luoghi con presenza di animali la tensione di contatto convenzionale limite U L è di 25 V

Dove R A  è la resistenza di terra e I a è la corrente in ampere che provoca l'intervento del dispositivo di protezione entro i tempi stabiliti ( I a coincide con la I dn se si impiega un interruttore differenziale).

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