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Seconda Edizione della norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30) classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di gas (1/2)

 

CAPITOLO 3: Sicurezza e classificazione dei luoghi

•  E' stato aggiunta la seguente frase: “È importante esaminare le parti delle apparecchiature di processo e dei sistemi dalle quali può esservi un'emissione di sostanze infiammabili e prendere in considerazione l'ipotesi di modificare il progetto per minimizzare la probabilità e la frequenza di tali emissioni e la quantità e la portata delle emissioni di sostanze . Queste considerazioni fondamentali dovrebbero essere valutate nella fase preliminare dello sviluppo del progetto di ogni impianto e dovrebbero ricevere un'attenzione prioritaria nello studio della classificazione dei luoghi”;

•  Mentre è stata cancellata la seguente frase: “In situazioni di emergenza deve essere prevista la possibilità di interrompere l'alimentazione dell'impianto elettrico non idoneo, arrestare l'impianto di processo, intercettare le apparecchiature di processo, contenere le fuoriuscite e, se possibile, azionare un sistema di ventilazione addizionale di emergenza”;

CAPITOLO 4: Procedimento di classificazione dei luoghi

•  E' stata aggiunta questa fondamentale frase: “ La classificazione dei luoghi dovrebbe essere effettuata quando siano disponibili gli schemi e le planimetrie iniziali delle linee di produzione e della strumentazione e dei piani iniziali dell'impianto i quali siano poi confermati prima dell'avvio dell'opera. Durante la vita dell'impianto dovrebbero essere effettuate revisioni ”;

•  Per quanto riguarda la determinazione delle sorgenti di emissione, troviamo questa aggiunta, che tende ad escludere l'utilizzo di questa classificazione ai laboratori: “ Se la quantità totale di sostanza infiammabile disponibile per l'emissione è “piccola”, per esempio per l'uso in laboratorio, sebbene possa sussistere un pericolo potenziale, questa procedura di classificazione dei luoghi potrebbe non essere appropriata . In tali casi, si deve tenere conto dei particolari rischi che possono insorgere. Nella classificazione dei luoghi in cui è posta l'apparecchiatura di processo, nella quale la sostanza infiammabile viene bruciata, per esempio, bruciatori, forni, caldaie, turbine a gas, ecc., dovrebbero essere tenuti in considerazione il ciclo di lavaggio, le condizioni di avviamento o di fermata”;

•  Per quanto riguarda il tipo di zona è stata annessa la seguente lunga nota: “ Quando le zone formate da sorgenti adiacenti di emissioni si sovrappongono e sono di differente classificazione, all'area di sovrapposizione verrà applicata la classificazione di rischio più elevata . Se le zone di sovrapposizione hanno la stessa classificazione, si applicherà questa classificazione comune. Tuttavia, bisogna prestare attenzione quando le zone di sovrapposizione si riferiscono a sostanze infiammabili che appartengano a classi di temperatura e/o apparecchiature diverse. Così, per esempio, se la zona 1 IIA T3 si sovrappone alla zona 2 IIC T1, la classificazione della sovrapposizione come zona 1 IIC T3 può risultare troppo restrittiva, ma la classificazione come zona 1 IIA T3, oppure con zona 1 IIC T1 potrebbe non essere accettabile. In questo caso, la classificazione dell'area sarà zona 1 IIA T3 e zona 2 IIC T1”;

•  Nella parte dedicata all'estensione della zona troviamo una significativa aggiunta, che recita in questo modo: “L'estensione della zona dipende dalla distanza stimata o calcolata in cui è presente un'atmosfera esplosiva prima di disperdersi ad un livello di concentrazione in aria al di sotto del limite inferiore di esplodibilità. Per valutare l'estensione della zona pericolosa, si dovrebbe consultare un esperto. Si dovrebbe sempre prestare attenzione alla possibilità che un gas più pesante dell'aria possa fluire in punti al di sotto del livello del suolo (per esempio le fosse o le depressioni) e che un gas più leggero dell'aria possa stagnare nei livelli più alti (per esempio sotto il soffitto). Quando una sorgente di emissione è posta all'esterno di un'area , o in un'area contigua, la penetrazione di una quantità significativa di gas o di vapori infiammabili in tale area può essere impedita utilizzando mezzi atti allo scopo, quali:

•  barriere fisiche ;

•  mantenendo una sovrapressione sufficiente rispetto alle aree pericolose adiacenti, in modo da impedire l'ingresso dell'atmosfera esplosiva per la presenza di gas;

•  lavando l'area con un flusso adeguato di aria fresca , in modo da assicurare che l'aria fuoriesca dalle aperture in cui possa penetrare il gas o vapore infiammabile;

•  Successivamente, quando si parla del limite inferiore di esplodibilità (LEL), è stato aggiunto che “L'esperienza ha dimostrato che un'emissione di ammoniaca, avendo un LEL del 15% in volume, si dissiperà rapidamente all'aria aperta, in tal modo l'atmosfera esplosiva sarà di estensione trascurabile”. Una considerazione del genere era scritta come nota nella prima edizione della norma;

•  Sulla ventilazione è stata aggiunta una considerazione sull'involucro di un compressore: “L'involucro (cabinato) di un compressore con un grande ventilatore a soffitto e con aperture laterali sufficienti per permettere la libera circolazione dell'aria attraverso tutte le sue parti è considerato come ben ventilato e dovrebbe essere assimilato ad un luogo aperto (cioè di “grado” medio e “buona” disponibilità);

•  Aggiunta di tre note in calce all'articolo che tratta della densità relativa del gas o vapore al momento del rilascio:

•  Con gas o vapori più leggeri dell'aria , una fuoriuscita a bassa velocità si disperderà abbastanza rapidamente verso l'alto ; la presenza di un tetto, comunque aumenta inevitabilmente l'area di espansione al di sotto. Se la fuoriuscita avviene ad alta velocità sotto forma di getto libero, l'azione del getto, benché l'aria in ingresso diluisca il gas o il vapore, può aumentare la distanza nella quale permane la miscela gas/aria al di sopra del suo limite inferiore di infiammabilità;

•  Con gas o vapori più pesanti dell'aria , una fuoriuscita a bassa velocità tenderà a fluire verso il basso e può percorrere lunghe distanze sul terreno prima che si disperda in sicurezza per la diffusione atmosferica. Si deve, quindi, prestare particolare attenzione alla topografia di qualsiasi sistema considerato e anche l'area circostante per determinare dove i gas o i vapori possano raccogliersi in cavità, o scivolare verso livelli inferiori . Se la fuoriuscita avviene ad alta velocità sotto forma di getto libero, l'azione del getto dovuta alla penetrazione nell'aria può ridurre la miscela di gas/aria al di sotto del limite inferiore di infiammabilità ad una distanza inferiore a quella del caso di fuoriuscita a bassa velocità;

•  Bisogna prestare attenzione nella classificazione che contiene gas criogeni infiammabili, come il gas naturale liquido . I vapori emessi possono essere più pesanti dell'aria a temperature basse e diventano più leggeri dell'aria quando la loro temperatura si avvicina a quella dell'ambiente ;

•  Per quanto riguarda altre grandezze da considerare nella valutazione dell'estensione della zona pericolosa , la vecchia norma indica solo citandole, le condizioni climatiche e la topografia, mentre nella nuova edizione, vengono effettuate analisi più dettagliate su queste due grandezze:

•  Condizioni climatiche : La velocità di dispersione del gas o vapore nell'atmosfera aumenta con la velocità del vento, ma vi è un minimo di velocità di 2m/s – 3m/ s richiesto per iniziare la diffusione per turbolenza; al di sotto di questa velocità, la formazione di strati di gas o di vapore e la distanza per una dispersione in sicurezza aumentano considerevolmente . Nelle aree dell'impianto schermate da grandi serbatoi e strutture, la velocità di movimento dell'aria può essere sostanzialmente inferiore a quella del vento, tuttavia, gli ostacoli al movimento dell'aria dovuti ad elementi dell'apparecchiatura tendono a mantenere la turbolenza anche a basse velocità del vento.

•  Nota 1: Nell'Allegato B (art. B.4), una velocità del vento di 0,5 m/s è considerata appropriata per determinare le portate a cui la ventilazione in un ambiente esterno diluisce una fuoriuscita di sostanze infiammabili . Questo valore inferiore alla velocità del vento è appropriato a questo scopo, di mantenere un approccio prudente, anche se è noto che la tendenza a depositarsi in strati può compromettere il calcolo;

•  Nota 2: Nella pratica normale la tendenza a disporsi su strati non viene tenuta in considerazione nella classificazione del luogo, in quanto le condizioni che danno origine a questa tendenza sono rare e si presentano solo per brevi periodi . Tuttavia, in caso vengano previsti periodi prolungati di vento debole, in certe circostanze, l'estensione della zona dovrebbe tenere in considerazione la distanza supplementare richiesta per poter ottenere la dispersione;

 

continua...

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