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SICUREZZA ELETTRICA  

 

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LA SICUREZZA ELETTRICA IN BASSA TENSIONE 

La cabina di trasformazione d'utente (3)

 

14.6 Trasformatore MT/BT

Il trasformatore è la parte più importante della cabina di trasformazione. La sua scelta condiziona la configurazione della cabina ed è effettuata sulla base di diversi fattori. Non essendo argomento specifico di questa trattazione e volendo dare alcune indicazioni di carattere generale si può affermare che per piccole potenze, fino a 100¸200 kVA, si può installare un solo trasformatore, mentre per potenze superiori 1000¸1500 kVA si suddivide la potenza su più unità, considerando le singole potenze dei trasformatori che danno i costi più bassi. Nella fascia intermedia se è richiesta una continuità nel servizio si sceglierà la soluzione con più trasformatori, altrimenti si potrà scegliere la soluzione più economica di un solo trasformatore. Un’altra caratteristica da considerare nella scelta è il tipo di raffreddamento che può essere in aria o in olio. Nel caso di trasformatori raffreddati in olio con quantitativi superiori ai 500 kg è necessario prendere provvedimenti contro la fuoriuscita dell’olio prevedendo un pozzetto per la raccolta mentre per quantitativi superiori a 25 kg ma inferiori a 500 kg è sufficiente che sia impedito il propagarsi dell’olio all’esterno, che la cabina abbia una resistenza al fuoco minima di 60 minuti (REI 60) e che sia ventilata solo verso l’esterno. In funzione del tipo di raffreddamento i trasformatori sono siglati come segue:

AN                 raffreddamento a circolazione naturale d’aria;
AF                  raffreddamento a circolazione forzata d’aria;
ONAN           raffreddamento a circolazione naturale di olio e di aria;
ONAF            raffreddamento a circolazione forzata di olio e naturale di aria;
OFAF            raffreddamento a circolazione forzata di olio e di aria.

La scelta più frequente cade sui tipi AN e ONAN perché, non essendo quasi mai possibile presidiare le cabine, è sconsigliabile utilizzare macchine che impieghino ventilatori o circolatori di olio.  Altre importanti caratteristiche che devono essere considerate sono:

- potenza nominale, che è il prodotto della massima corrente prelevabile al secondario per la tensione a vuoto sul secondario stesso;

- tensione nominale secondaria a vuoto, che può essere sia quella di fase Vf sia quella concatenata Vc

- rapporto di trasformazione, che indica il rapporto tra la tensione nominale primaria e quella secondaria a vuoto;

- collegamenti degli avvolgimenti, per i trasformatori di cabina quello più usato è il triangolo stella;

- gruppo CEI di collegamento, è indicato convenzionalmente con un numero che, moltiplicato per 30, dà il valore    dell’angolo di ritardo della tensione di fase lato BT rispetto a quella del lato MT (importante per trasformatori in parallelo che per funzionare correttamente devono avere uguale tensione primaria, uguale valore del rapporto di trasformazione a vuoto e devono appartenere allo stesso gruppo CEI di collegamento);

- tensione di corto circuito percentuale Ucc%, è la tensione, rapportata in percentuale alla nominale, che con i morsetti del secondario in corto circuito fa circolare la corrente nominale;

-Corrente a vuoto percentuale I0%, corrente a vuoto percentuale rapportata in percentuale alla corrente nominale (utile per definire il rifasamento del trasformatore);

- perdite, i trasformatori sono caratterizzati da perdite nel rame alla corrente nominale Pcu e perdite nel ferro alla tensione nominale Pfe;

- corrente a vuoto, è la corrente assorbita dal lato MT col lato BT a vuoto;

- tipo di servizio, dipende dal diagramma di carico delle utenze alimentate. Normalmente si impiegano trasformatori a servizio continuo.

14.7 Lato bassa tensione

Le soluzioni circuitali del lato BT di una cabina possono assumere diverse configurazioni dipendenti da diversi fattori tra i quali: numero di trasformatori, numero e disposizione dei carichi, tipo di distribuzione a tre o a quattro fili e valori delle correnti di cortocircuito. Gli schemi che seguono sono un esempio di alcuni casi tipici.

Fig. 14.9 – Schemi unifilari lato BT di alcuni casi tipici di cabine di trasformazione e distribuzione: a) un solo trasformatore con una sola linea in partenza; b) un solo trasformatore con più linee in partenza; c) due trasformatori con più linee in partenza; d) due trasformatori con sbarre BT separate; e) sbarre sezionate con possibilità di parallelo dei trasformatori.

Sul lato bassa tensione non vengono generalmente impiegati sezionatori in quanto il sezionamento è svolto dagli stessi interruttori automatici. Il quadro bassa tensione sarà quindi costituito da un interruttore generale magnetotermico (eventualmente differenziale anche se un guasto sul quadro BT di cabina generalmente non risulta pericoloso) la cui funzione è di proteggere il trasformatore dai sovraccarichi. Per la scelta occorre calcolare la corrente (I2) sul secondario del trasformatore per mezzo della seguente espressione:

dove:

An è la potenza nominale del trasformatore in kVA

U2 è la tensione nominale secondaria del trasformatore in V

L’interruttore dovrà possedere una corrente nominale non inferiore a questo valore e un potere di interruzione non inferiore alla presunta corrente di corto circuito nel punto di installazione. Oltre all’interruttore generale, nel quadro BT saranno installati gli interruttori magnetotermici (eventualmente differenziali) scelti in base alla corrente di impiego e coordinati per la protezione dai sovraccarichi delle linee di distribuzione dimensionate in base alla potenza da distribuire e tenendo conto che la corrente trasportata è notevolmente superiore rispetto al lato MT.

14.8 Impianto di terra

14.8.1 Considerazioni generali

L’impianto di terra delle cabine d’utente assolve normalmente alla duplice funzione di messa a terra di protezione, a cui collegare le masse delle apparecchiature, e di funzionamento, a cui collegare il neutro del secondario del trasformatore nel caso di distribuzione di tipo TN o, anche se più raramente, di tipo TT. La Norma non vieta l’impiego del sistema TT negli impianti con cabina privata (il sistema TT tra l’altro è più semplice e più sicuro del sistema TN), ma, essendo richiesti due o più dispersori separati tra loro di almeno venti metri, difficilmente si dispone di aree sufficientemente ampie per installare l’impianto di dispersione. In alcuni casi, anche se piuttosto raramente, si impiega il sistema IT. Dal punto di vista della sicurezza, per quanto concerne il trasferimento della tensione totale di terra dalla MT, è senz’altro più sicuro del sistema TT ma negli impianti di normale distribuzione, quando l’estensione dell’impianto è notevole, risulta difficoltoso garantire sufficienti livelli di isolamento. La trattazione seguente prenderà quindi in considerazione solo le cabine che presentano sia la parte a MT sia la parte in BT collegate ad un unico impianto di terra (sistema TN). L’impianto di terra dovrà essere coordinato in modo opportuno per evitare, in caso di guasto sulle apparecchiature in MT, il trasferimento di elevate tensioni totali di terra che, attraverso il PE, si potrebbero propagare alle masse e alle masse estranee dell’impianto utilizzatore. Un buon livello di sicurezza sia all’interno sia all’esterno dell’impianto lo si può ottenere contenendo le tensioni di passo e di contatto con particolari accorgimenti atti a ridurre i gradienti di potenziale nel terreno e a garantire una efficiente equipotenzialità tra le masse e le masse estranee. Queste tecniche, a volte, possono risultare estremamente costose (quando il terreno non permette di ottenere valori di resistenza del dispersore sufficientemente bassi) e può rendersi necessario l’intervento di tecnici specializzati in grado di compiere complicate misure strumentali.  

 

continua...

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