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Guida agli impianti di rivelazione incendi
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4. I Rivelatori di incendio: quali sono, dove si usano, come si installano

Le modalità che si possono seguire per capire al più presto possibile quando si sviluppa un incendio sono quasi sterminate, tanto che la panoramica dei possibili rivelatori d'incendio installabili è ampissima. Facciamo comunque lezione di pragmatismo e limitiamoci a dire che i principi di rivelazione e quindi le categorie dei rivelatori sono essenzialmente tre:

•  I rivelatori di fumo, cioè quelli sensibili alle particelle dei prodotti della combustione e/o pirolisi sospesi nell'atmosfera (comunemente chiamati aerosol);

•  I rivelatori di calore e temperatura, cioè quelli sensibili all'innalzamento della temperatura;

•  I rivelatori di fiamma, cioè quelli sensibili alla radiazione emessa dalle fiamme di un incendio;

Adesso andremo ad analizzare più in profondità questi rivelatori, facendo presente però che solo per i rivelatori puntiformi di fumo e calore, la norma UNI 9795 fornisce indicazioni sulla loro installazione. Il progetto della nuova UNI 9795, inserisce indicazioni installative sui rivelatori lineari di fumo, mentre il progetto di norma EN 5414 fornisce alcuni criteri sui rivelatori di fiamma.

Premettiamo che l'aggettivo “puntiforme” appioppato ad un rivelatore, significa che esso risponde al fenomeno sorvegliato in prossimità di un punto fisso, mentre l'aggettivo “lineare” si riferisce a quando un fenomeno viene sorvegliato su una linea continua.

All'interno dello stesso principio di rivelazione, esistono sensori di tipologia diversa, come si può vedere dai seguenti elenchi.

4.1 Rivelatori di fumo

•  Rivelatori puntiformi fotoottici a diffusione . All'interno di questi rivelatori c'è una sorgente di luce nel campo dell'infrarosso (in genere un LED) posta in una zona nella quale può entrare il fumo. Una parte ricevente sensibile alla luce infrarossa (fotodiodo) è posta in una camera attigua alla parte emittente, ma non può riceverne il segnale perché è otticamente schermata da una parete e da un labirinto ottico. La presenza del fumo, che ha la possibilità di entrare nel rivelatore, riflette la luce emessa dal LED ad infrarossi, creandogli un percorso fino al ricevitore, il quale emette così il segnale di allarme (figura 15).

Poiché una priorità assoluta è quella di evitare falsi allarmi, il segnale luminoso emesso viene codificato in modo che l'allarme scatti solo alla ricezione di “quel” particolare segnale luminoso e non di altri.

Il fumo serve quindi per creare uno schermo alla luce, di conseguenza questo rivelatore potrebbe avere dei problemi in caso di fumi poco opachi o trasparenti (non scatta) o in caso di locali molto polverosi (scatta a sproposito). E' ovvio che se l'incendio, per la tipologia dei materiali in combustione, produce soprattutto fiamma e poco fumo, tali rivelatori non sono i più adatti (come ad esempio nelle centrali termiche, nelle zone con pericolo di esplosione, nelle autorimesse). Mentre sono perfetti per situazioni opposte come locali in cui possono bruciare tessuti, legname o carta. E' utile anche ricordare che nei locali per fumatori è forse meglio astenersi dall'installare questo tipo di rivelatori.

Figura 15 – Rivelatore di fumo puntiforme ottico. Il fumo che sale, entra nel rivelatore

•  Rivelatori puntiformi a ionizzazione . Questi rivelatori, basati sulla ionizzazione dell'aria da parte di particolari sostanze, lavorano come i precedenti, ma riescono a sentire anche fumi non particolarmente opachi. Sono comunque meno utilizzati per difficoltà di manutenzione.

•  Rivelatori puntiformi ad aspirazione . Rivelatore ideato per applicazioni particolari. Il rivelatore può essere posto in una posizione anche lontana rispetto all'area da proteggere, in quanto un sistema di aspirazione (posto nel locale da proteggere) si occupa di prelevare il fumo e di convogliarlo verso il rivelatore (figura 16). Su una normale tubazione in PVC vengono praticati dei fori di campionamento dell'aria nel locale sorvegliato. Utilizzando un solo rivelatore, la guida CEI 83-11 indica in 30 m 2 la massima superficie di copertura per ognuno dei fori di campionamento. I possibili utilizzi di una tale tecnica sono soprattutto le aree inaccessibili (controsoffitti, vani tecnici, cavedi, condotti, etc.), ma anche ambienti ove è richiesto un basso impatto estetico, ambienti con atmosfera inquinata o impraticabile, stalle, prigioni, stazioni della metropolitana, etc.

Figura 16 – Impianto di rivelazione fumo ad aspirazione (Guida CEI 83-11)

•  Rivelatori lineari. Il rivelatore di fumo in questione è costituito da un trasmettitore e da un ricevitore alloggiati all'interno dello stesso contenitore e quindi abbinati ad un catarifrangente (figura 17), oppure fisicamente separati (figura 18). Nel primo caso le distanze tra rivelatore e catarifrangente dalla parte opposta può arrivare a poche decine di metri, mentre nella versione con trasmettitore e ricevitore separati si può arrivare anche a coprire distanze di 100 m. Il trasmettitore invia un raggio di luce infrarossa con una specifica frequenza ed intensità , i l ricevitore misura l'intensità del raggio ricevuto, se il raggio è oscurato dalla presenza di fumo, il sensore del ricevitore è colpito da un'intensità inferiore al normale e genera un allarme. C'è da rilevare che, per evitare falsi allarmi, come quelli causati ad esempio da un ostacolo fisico che interrompe il fascio luminoso, questi rivelatori si attivano solo quando la luce è interrotta in modo discontinuo (presenza di fumo che non è uniforme), mentre disattivano il funzionamento quando c'è un'interruzione permanente della luce (presenza di ostacolo materiale) E' un rivelatore ideale per la copertura di grandi aree come capannoni, magazzini, hangar o di ambienti con soffitti molto alti dove l'installazione e la manutenzione di rivelatori puntiformi può risultare difficoltosa. Locali possibili sono musei chiese, mostre d'arte, biblioteche, hotel, negozi, cinema, sale computer, magazzini, etc.

Figura 17 – Rivelatore lineare di fumo a riflessione (massimo 30 m)

Figura 18 – Rivelatore lineare di fumo a sbarramento (massimo 100 m)

 

 

continua...

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