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Locali ad uso medico-veterinario
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Locali ad uso medico-veterinario di gruppo 0

Nei locali di gruppo 0 non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate al paziente (ad esempio il locale visita dove le prestazioni medico-veterinarie non necessitano di strumentazioni elettriche applicate al paziente) e si tratta quindi di ambienti a basso rischio elettrico. Non esistono particolari accorgimenti da adottare e quindi agli impianti si applicano le norme elettriche generali. In questi locali è raccomandato un impianto di illuminazione di sicurezza o di riserva che può essere ottenuto anche mediante semplici lampade autoalimentate.


Locali ad uso medico-veterinario di gruppo 1

Diversa, rispetto a quelli del gruppo 0, è la cura da dedicare a questo tipo di ambienti nei quali risulta necessario adottare alcuni specifici accorgimenti impiantistici. Nei locali di gruppo 1 il paziente-animale viene sottoposto a diagnosi e/o trattamenti con l'ausilio di apparecchi elettromedicali con parti applicate. E' utile ricordare che un apparecchio elettromedicale è definito dalle Norme come un “Apparecchio elettrico munito di non più di una connessione ad una particolare rete di alimentazione destinato alla diagnosi, al trattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la supervisione di un medico, e che entra in contatto fisico o elettrico col paziente e/o trasferisce energia verso o dal paziente e/o rivela un determinato trasferimento di energia verso o dal paziente” (Norme CEI 62-5). In questi locali si possono praticare anche interventi chirurgici in anestesia generale ma si ritiene, come detto, generalmente trascurabile il rischio di microshock. Nei locali di gruppo 1 è sempre comunque possibile da parte del veterinario responsabile, anche se non espressamente richiesto, decidere di utilizzare un sistema di alimentazione di tipo IT-M (art. 710.413.1.5 - Norma CEI 64-8) che solitamente viene installato nei locali del gruppo 2. L'alimentazione tramite trasformatore d'isolamento, oltre a garantire la continuità del servizio in caso di primo guasto a terra, limita le correnti di dispersione delle apparecchiature elettromedicali aumentando la sicurezza del paziente. Nei locali di questo gruppo è consigliabile prevedere un'alimentazione di sicurezza per le apparecchiature elettromedicali utilizzate, almeno per la lampada scialitica.

Misure di protezione specifiche da adottare nei locali

ad uso medico-veterinario del gruppo 1

Qualsiasi volume del locale in cui un paziente sotto trattamento con parti applicate può venire in contatto intenzionale, o non intenzionale, con apparecchi elettromedicali o con masse estranee, direttamente o per mezzo di altre persone in contatto con tali elementi, è definito dalle Norme zona paziente (in questo caso paziente-animale). All'interno della zona paziente le masse estranee e le masse devono far capo ad un nodo equipotenziale comune. Si intendono interne alla zona paziente tutte le masse e le masse estranee che si trovano in verticale (fig. 3) a meno di 2,5 m dal pavimento o, in orizzontale, a meno di 1,5 m dal paziente (fig. 4). Nel definire la zona paziente si devono considerare anche le eventuali diverse posizioni che il paziente, quando è in contatto con apparecchi alimentati dalla rete, potrebbe assumere se fosse spostato dal posto originario.

Fig. 3 - La zona paziente-animale in verticale


Fig. 4 - La zona paziente-animale in orizzontale

Alla base dell'edificio devono essere previsti i collegamenti equipotenziali principali (EQP) e nei locali del gruppo 1 è sempre necessario effettuare i collegamenti equipotenziali supplementari (EQS). All'interno del locale deve essere approntato un nodo equipotenziale al quale devono essere connesse tutte le masse a portata di mano e le masse estranee poste ad un'altezza inferiore a 2,5 m dal piano di calpestio. Le masse estranee sono elementi metallici, non facenti parte dell'impianto elettrico, in grado di introdurre il potenziale di terra (tubazione idrica, tubi dei termosifoni, del gas, condotte dell'aria, ferri del cemento armato, ecc..) o altro potenziale (ad esempio una finestra metallica comune ad altri ambienti che si estende al di fuori del locale). Anche le masse che non possono in alcun modo venire a portata di mano (installate ad un'altezza superiore a 2,5 m dal piano di calpestio) devono essere collegate a terra ma non necessariamente al nodo equipotenziale. Le masse costituite dagli apparecchi elettrici utilizzati all'interno del locale e i morsetti di terra delle prese, alle quali potrebbero essere collegati gli apparecchi elettromedicali, devono essere collegati al nodo equipotenziale tramite un conduttore di protezione (fig. 5).


Fig. 5 - Al nodo principale di terra devono essere collegate le masse costituite dagli involucri esterni degli apparecchi elettromedicali e i morsetti di terra delle prese a spina

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