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Locali ad uso medico-veterinario
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La seguente figura riporta un esempio illustrato di nodi equipotenziali in una sala chirurgica e radiologica ad uso medico veterinario.


   

 

Fig. 6 – Il nodo equipotenziale

I collegamenti equipotenziali possono essere effettuati una sola volta, senza ripetizioni, all'ingresso delle masse estranee nel locale, con un conduttore in rame di sezione almeno uguale a 6 mm 2 (ad esempio i tubi che alimentano un termosifone possono essere collegati all'ingresso nel locale senza dover più collegare al nodo equipotenziale il termosifone stesso). I ferri del cemento armato è bene siano collegati al nodo equipotenziale, operazione abbastanza agevole in fase di costruzione dell'edificio ma che diventa molto difficoltosa se l'edificio è già esistente. In questo caso per motivi pratici si ritiene che tale collegamento possa essere omesso. Anche gli infissi metallici all'interno del locale che presentano una resistenza verso terra di 200 ohm sono da considerare masse estranee e come tali devono essere collegati al nodo equipotenziale. Il collegamento equipotenziale non è invece necessario per gli elementi metallici con resistenza superiore a 200 ohm o con resistenza inferiore a 200 ohm ma che si trovano ad un'altezza superiore a 2,5 m dal piano di calpestio Tutti i conduttori di protezione ed equipotenziali devono essere singolarmente scollegabili e far capo ad uno stesso nodo equipotenziale (fig. 7).

Fig. 7 - Tutti i conduttori di protezione ed equipotenziali devono essere essere singolarmente scollegabili e collegati al nodo equipotenziale.

 

Per agevolare il collegamento di più prese o di più masse estranee sono ammessi in un unico locale più nodi intermedi (subnodi) ma solo se tra il nodo equipotenziale e le masse o le masse estranee è interposto un solo subnodo (fig. 8a). Il "cavallotto" fra una presa e l'altra deve essere considerato come un sub-nodo. Il collegamento entra-esci fra più di due prese non è perciò ammissibile (fig. 8b).


Fig. 8 - a) Sono ammessi più subnodi in un unico locale ma tra le masse e/o le masse estranee e il nodo equipotenziale è ammesso un solo nodo intermedio.
b) Non è ammesso il collegamento entra-esci fra più di due prese.


Il conduttore che collega i l nodo equipotenziale al collettore principale di terra deve avere una sezione non inferiore a quella del conduttore di protezione o equipotenziale di sezione maggiore fra tutti i conduttori collegati al nodo. Per quanto concerne la protezione contro i contatti indiretti nei locali di gruppo 1 alimentati con sistema TT si ritiene sufficiente l'uso di interruttori differenziali di tipo A. Per l'alimentazione di apparecchi radiologici di tipo fisso, alimentati senza presa/spina, si possono impiegare interruttori differenziali con correnti differenziali superiori a 0,03 A ma è consigliabile non superare 0,5 A. A titolo d'esempio in figura 9 sono riassunti alcuni fra i tipi di locali che solitamente sono presenti in una struttura veterinaria. Di ogni locale, dove richiesto, è evidenziato il relativo nodo equipotenziale.

Fig. 9 - Non tutti i locali di una struttura veterinaria sono classificati ad uso medico

Per finire è bene ricordare che i locali delle strutture veterinarie, in quanto ad uso medico, sono soggetti all'obbligo di progettazione. Spesso si tratta di locali inseriti all'interno di strutture con destinazioni anche diverse da quelle di uso medico-veterinario (ad esempio un appartamento di civile abitazione in cui sono ricavati alcuni locali adibiti ad ambulatorio); in questi casi, anche se non tutti i locali sono del gruppo 0 o 1, tutta l'unità immobiliare che ospita questi locali è soggetta all'obbligo di progetto.

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Fine

17 dicembre 2009

 

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