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IMPIANTI

Classificazione aree
pericolose per la presenza di gas, effettuata in base alla norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-
30).
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Impianti EX (19)

18 - Realizzazione e installazione degli impianti

Impianti nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas

La norma da seguire per realizzare gli impianti in questi tipi di luoghi è la EN 60079-14 (CEI 31-33) "Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)".
Visti quali sono i metodi di realizzazione dei vari tipi di custodie da utilizzare nei luoghi con pericolo di esplosione, andiamo ad analizzare con quali modalità e quali accorgimenti devono essere eseguiti gli impianti elettrici in tali luoghi. Sinteticamente possiamo restringere le tipologie di impianto in tre filoni principali:

  1. Impianto in tubo - metodo predominante in USA, Sud-America, Medio ed estremo Oriente.
  2. Impianto in cavo con entrata diretta nella custodia - metodo predominante in GB, Spagna.
  3. Impianto in cavo con entrata indiretta nella custodia - metodo predominante in Germania, Italia, Francia, Europa dell'Est.

I tre metodi hanno costi e livelli di sicurezza differenti, anche se bisogna dire che la normativa li considera alternativi uno all'altro, senza ordini di preferenza. Vediamone allora le caratteristiche.

Impianti in tubo

Realizzare un impianto in tubo significa porre tutti i conduttori all'interno di tubi filettati metallici (Fig. 18.1). I tubi rigidi utilizzabili sono quelli previsti dalle norme UNI 7683 e UNI 8863, in attesa che venga recepita una apposita norma IEC.
E' questo un tipo di impianto con un livello di protezione meccanica decisamente elevato, adatto quindi in quei luoghi dove questo problema è particolarmente sentito (es. industrie chimiche e petrolifere). Anche la sicurezza dell'impianto è particolarmente elevata, anche in relazione all'uso dei giunti di bloccaggio.
D'altra parte un impianto siffatto è totalmente rigido e quindi poco adattabile a modifiche di cablaggio, l'installazione è onerosa e i tubi tendono ad arrugginire col tempo.

Figura 18.1 - Conduttori posti all'interno di un tubo filettato (Cortem)

Per evitare che un'eventuale esplosione si propaghi attraverso i tubi di collegamento tra una custodia e un'altra, la normativa impone che all'uscita di ogni custodia, venga inserito, prima del tubo un cosiddetto "raccordo o giunto di bloccaggio" (fig. 18.2) , un elemento che riempito di resina non permette la trasmissione dell'esplosione attraverso il tubo portacavi. Questo giunto sigillante non deve essere installato ad una distanza superiore a 45 cm dalla custodia. Deve essere inoltre installato ogni volta che si passa da una zona considerata ordinaria ad una zona ritenuta con pericolo di esplosione. Il riempimento del raccordo con la miscela di bloccaggio, in genere resina epossidica, è un'operazione delicata che va effettuata con una serie di precauzioni atte ad impedire che si formino zone vuote che potrebbero vanificare l'arresto della fiamma.

Figura 18.2 - Entrata di un tubo portacavi all'interno di una custodia EX-d attraverso un raccordo di bloccaggio


Un'altra prescrizione che va seguita è legata al massimo riempimento dei tubi, il cui diametro deve essere almeno 1,4 volte superiore al diametro del cerchio formato dai cavi.
Abbiamo detto che i tubi utilizzati sono normalmente rigidi, ma ci sono situazioni in cui può essere utile e sensato utilizzare tubi flessibili, come ad esempio quando occorre collegare ad esempio un quadro con una apparecchiatura soggetta a vibrazioni come un motore. Questi tubi flessibili sono considerati componenti se la loro lunghezza è inferiore ai 45 cm e come accessori in caso contrario. Questa considerazione ci fornisce la scusa per parlare di questa distinzione esistente nel mondo degli impianti antideflagranti. Un elemento è considerato un componente di impianto quando viene utilizzato in abbinamento ad una costruzione elettrica ed in questo caso ha bisogno di una certificazione come le apparecchiature (la lettera U nel certificato attesta che si tratta di un componente). Un accessorio è una parte di apparecchiatura talmente semplice che non abbisogna di certificazioni, come i manicotti, le curve, le riduzioni, i tubi rigidi, etc.


Figura 18.3 - Esempio di impianto realizzato in tubo. Si notano tra una custodia e l'altra i raccordi di bloccaggio (Ghirardi)

 

 

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